Allestimenti Cussino (1922-1983)

Testo di Andrea Nulli

Sfogliando il libretto di presentazione, dalla grafica moderna ed elegante, con cui, nei primi anni sessanta, l’azienda di Allestimenti Cussino promuoveva la propria attività si può leggere, ben evidenziato, in una delle pagine d’apertura: “L’attività degli Allestimenti Cussino ha avuto inizio fin dal 1922”. Questa semplice frase, espressa con misurato orgoglio, compare abbastanza grande, isolata, come a fare da didascalia alla celebre illustrazione pubblicitaria del “Cachet Fiat” disegnata dallo stesso Cussino appunto in quell’anni dichiarato di fondazione della sua azienda.
L’attenzione precoce e lungimirante di Mario Cussino verso i nuovi strumenti della comunicazione pubblicitaria, testimoniata anche dalla sua raffinata esperienza di illustratore e di grafico moderno e razionale, la dice già lunga sull’importanza e il ruolo rivestito da questo personaggio e la sua azienda nel campo degli allestimenti in Italia. Mario Cussino nasce nel 1900 a Potenza, ma sin dall’infanzia la sua vita si svolge principalmente a Roma, dove muore nel 1990, intervallando lunghi periodi di lavoro a Milano, che diventa senza dubbio la sua città d’adozione per quanto riguarda la propria attività di illustratore e allestitore. Nella capitale, dove mantiene sempre la sua residenza, completa gli studi conseguendo una laurea in giurisprudenza, che però non praticò mai, essendo già i suoi interessi prevalentemente indirizzati verso l’illustrazione grafica e il disegno satirico. Per molti anni difatti Cussino collaborò con successo ad uno dei più noti giornali umoristici del periodo tra le due guerre, “Il Travaso”, e continuò questa sua esperienza anche con altri celebri giornali di genere satirico. Parallelamente a questa sua attività di disegnatore umoristico Mario Cussino iniziò ad occuparsi anche di illustrazione pubblicitaria riscuotendo un notevole successo (oltre al celebre caso, già citato, del Cachet Fiat, vale la pena di ricordare anche i bozzetti per l’aranciata e la magnesia San Pellegrino) che fu probabilmente il motivo del suo avvicinamento al settore degli allestimenti commerciali; un settore ancora agli albori e molto legato in quel periodo alla emergente cartellonistica pubblicitaria.
Trasferitosi a Milano intorno al 1932-33 attratto dalla vivace imprenditorialità lombarda, espressa anche dal crescente fenomeno della Fiera Campionaria, qui Cussino ha modo di affermarsi con la sua attività prima di illustratore pubblicitario e poi di allestitore. Un rapporto, questo con Milano, che si protrarrà sino ai primi anni ottanta e che gli offrì l’opportunità di mantenete contemporaneamente due sedi, una a Milano e una a Roma costituita da alcuni uffici e uno stabilimento che, bombardato durante la seconda guerra mondiale, venne poi abbandonato. Nel periodo tra le due guerre la Allestimenti Cussino, come buona parte delle imprese e dei progettisti del settore, ebbe l’opportunità di realizzare grandi opere d’allestimento non solo grazie a buoni contatti con il mondo imprenditoriale, ma anche grazie soprattutto alla nuova linea propagandistica scelta dal dominante Partito Fascista, che indubbiamente ebbe grandi intuizioni nello sviluppo di questo tema degli allestimenti a fini demagogici e propagandistici. Sono di questo periodo, fra le numerose manifestazioni della propaganda fascista, la grande mostra della Rivoluzione Fascista del 1940, la Triennale d’oltremare a Bari del 1939 e a Napoli del 1940 (con la collaborazione delle ditte di allestimenti Ernesto Plotini per la carpenteria e falegnameria e Paolo Guidi per la verniciatura e decorazione), e la mostra dell’autarchia alla Fiera di Milano del 1939, tutte esporizioni a cui partecipò come coordinatore delle opere di allestimenti Mario Cussino.
Nel dopoguerra, tra i segni più forti della ripresa economica e sociale dell’Italia, appare subito significativa la vitalissima riapertura della celebre Fiera Campionaria di Milano. Anche l’azienda Allestimenti Cussino, che si distingue sempre fra i principali allestitori del periodo, è già presente in piena forza al servizio di alcune delle industrie più attive e importanti del momento, come risulta emblematicamebte documentato nel suo ultimo catalogo dei lavori redatto a metà degli anni ’60. La Montecatini, nel suo storico padiglione, oppure il gruppo chimico Bombrini Parodi-Delfino con i loro piccoli e raffinati padiglioni smontabili o ancora l’importante sezione americana (per la quale proprio da questo momento inizia un’attiva e continua collaborazione che arriva fino agli anni ’80), sono alcuni dei principali clienti con cui la Allestimenti Cussino riprende le attività dopo il terribile periodo bellico. Purtroppo non si è sempre riusciti a risalire ai progettisti di tutti questi allestimenti, ma sicuramente fra loro troviamo Erberto Carboni per la Montecatini, probabilmente Angelo Bianchetti e Cesare Pea per la Bombrini Parodi-Delfino e più tardi lo Studio Franco Albini per la Italsider.
Gli anni passano e nel 1961 si arriva alla celebrazione del centenario dell’unità d’Italia con la grande Esposizioni Internazionale del Lavoro a Torino. Per l’occasione viene costruito il mirabile Palazzo del Lavoro ideato da Pier Luigi e Antonio Nervi al cui interno viene ordinata, da Gio Ponti con l’aiuto di Giancarlo Pozzi, la grande mostra. La Allestimenti Cussino viene chiamata a realizzarne alcune importanti sezioni fra cui anche tutto il rivestimento del recinto fatto di alte pareti in acciaio inossidabile “Enduro-Fiat”, che racchiudevano la sezione italiana, nucleo centrale dell’esposizione. Da questa grandiosa esperienza la Allestimenti Cussino ne esce sempre più rinforzata con un organico di maestranze notevolmente sviluppato oltre che ben organizzato, per specifici settori di competenza, nel grande stabilimento appositamente progettato da Mario Cussino in via Stephenson 104/3 a Milano. Da questo momento inizia un’attività sempre più intensa che vede l’Allestimenti Cussino impegnata in tutte le principali Fiere e Mostre nazionali e internazionali: dalle Fiere Campionarie Internazionali italiane di Torino, Milano, Trieste, Verona, Padova, Bari e Palermi a quelle straniere di Barcellona, Chicago, Copenaghen, Lucerna, Londra, Manchester, Monaco, Mosca, New York, Parigi, Pechino, Stanleyville, Stoccolma, Stoccarda, Vienna e Zagabria. Mentre tra i progettisti si annoverano fra gli altri già citati i contributi di Lanfranco Bombelli, Hulme Chadwick, Charles Clark, Claudio Conti, Fabio Dinelli, Peter Harnden, George Labalme, Sergio Mezzina, Luigi Moretti, Marcello Nizzoli, Francesco Pennesi, Brando Savelli, Charles Shaw.

Testo revisionato e aggiornato già pubblicato nella rivista “Progex, design & architetture espositive”, n 3, giugno 1990, Milano