Testo di Sonia Calzoni
Tra le note aziende italiane di allestimenti l’Impresa Teatrale Ponti, creata all’inizio del ‘900, può essere ritenuta tra le più prestigiose, nonché tra le prime a specializzarsi in questo particolare settore.
Il fondatore fu Claudio Ponti, nato nel 1898 e deceduto nel 1964, il cui padre operava in qualità di macchinista alla Scala di Milano. Grazie all’iniziale rapporto con il prestigioso teatro milanese Claudio Ponti iniziò a realizzare, presso il suo laboratorio di Corso Como (più tardi in via dei Pestagalli), molte delle scenografie che poi vennero allestite alla Scala. La specifica esperienza e la particolare specializzazione nell’uso dei materiali e nella capacità di intervenire con realizzazioni e montaggi in tempi anche molto ristretti, indussero Rodolfo Ponti, figlio di Claudio, ad impiegare tali capacità nel settore degli allestimenti fieristici, nel periodo tra le due guerre.
Con l’architetto Rodolfo, l’Impresa Teatrale Ponti, raggiunge il periodo di maggior fortuna, fino al 1976, quando sopraggiunte ragioni di salute e venuta meno la grande forza e capacità imprenditoriale del titolare ne viene interrotta l’attività.
Sempre presente in tutte le più importanti manifestazioni fieristiche, l’Industria Teatrale Ponti realizzò allestimenti per molte delle più grandi industrie italiane dell’epoca, a contatto quindi con i migliori progettisti. Dagli allestimenti per la Fiat, a quelli di ENI, Olivetti, Pirelli, RAI, Montecatini, Snam, Snia Viscosa e molti altri. Il lavoro veniva svolto per l’Italia, ma anche molto spesso per l’estero come i padiglioni all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del ’37 o alla Fiera Mondiale di New York del ’39, oppure quello per la Fiat all’Expo di Bruxelles del ’58 o ancora come i diversi Saloni di Francoforte e di Parigi. La capacità organizzativa e la rapidità esecutiva dell’Impresa permettevano di poter realizzare interi e complessi allestimenti in tempi brevissimi come nel caso del padiglione venezuelano all’Expo di Bruxelles del ’58. Infatti in solo quindici giorni, mentre si realizzava il padiglione Fiat, venne fatto il progetto dell’allestimento (dall’architetto Erberto Carboni allora consulente della Fiat), approvato e realizzato in tempo per l’inaugurazione.
A seconda dei periodi, la ditta contava tra i 40 e i 50 dipendenti, di cui una trentina erano operai specializzati in falegnameria ed altri erano tappezzieri o verniciatori; particolare importanza rivestiva l’ufficio tecnico, composto mediamente da tre disegnatori e per lungo tempo dal geometra Angelo Montrucchio, che manteneva i rapporti con i professionisti e si occupava di trasformare gli elaborati degli architetti in disegni sviluppati costruttivamente. Il rapporto con i migliori professionisti dell’epoca portava anche ad interessanti studi sull’uso dei materiali, sulla ricerca di nuove possibilità di impiego e di assemblaggio degli stessi, conducendo l’azienda ad essere sempre più preparata ed all’avanguardia nel settore.
Numerosi allestimenti venivano realizzati per la Fiat, per la quale occorreva essere sempre pronti a dispiegare tutte le energie in tempi brevissimi e che in alcuni periodi coprì circa il 70% del lavoro complessivo dell’azienda. A volte la sperimentazione portava alla necessità di realizzare degli allestimenti di “riserva”, come per il Totalrama ad una delle Fiere Campionarie di Milano. Infatti in quella particolare occasione per l’impossibilità di reperire sul mercato lampade che potessero creare l’effetto desiderato, la Ponti dovette realizzare un altro allestimento in solo quattro giorni.
Purtroppo tutto il materiale dell’Impresa Teatrale Ponti è andato distrutto, imponendo una parziale e frammentaria raccolta di notizie unicamente affidato alla memoria di chi in quegli anni lavorò o collaborò con la ditta Ponti.
Particolarmente frequente fu il rapporto con gli architetti Angelo Bianchetti e Cesare Pea, così come altrettanto sovente si ritrovano i nomi di Franco Albini, Erberto Carboni, Achille Castiglioni, Max Huber, Marcello Nizzoli, Bob Noorda, Giuseppe Pagano, Gio Ponti, Giancarlo Pozzi, Pino Tovaglia, Massimo Vignelli, Marco Zanuso e di molti altri.
Testo revisionato e aggiornato già pubblicato nella rivista “Progex, design & architetture espositive”, n 8, giugno 1992, Milano