ASAL Assoallestimenti, associazione di FederlegnoArredo

Quando nasce l’Associazione
Nel 1975, le condizioni del Paese erano, dal punto di vista economico, assai diverse rispetto ad oggi. L’economia era in piena espansione, la domanda di allestimenti nel settore fieristico era fortissima : ogni anno cresceva sia in termini di quantità che di qualità delle realizzazioni. Le aziende che lavoravano nel settore erano circa una sessantina, fra grandi (con un massimo di circa 50 dipendenti) e piccole. Il lavoro era concentrato in primavera ed in autunno, per un periodo globale di circa 6 / 7 mesi, ma con punte di lavoro giornaliero per addetto che potevano arrivare anche alle 13/14 ore lavorative. Gli altri mesi dell’anno erano di “bassa stagione” e le aziende cercavano lavori affini all’allestimento per non perdere quello che avevano guadagnato nella “stagione alta”. Paragonato ad oggi… era un periodo d’oro!

Per quale ragione nasce l’Associazione
Negli anni ’70 scoppia nel nostro Paese il bisogno di cambiamento, di nuove regole, di socialità, di mutua protezione: è il periodo in cui molti pensavano di scoprire “un nuovo modo di produrre”, secondo la celebre espressione di Giorgio Benvenuto . Anche gli imprenditori dell’allestimento pensavano che, così come era impostato, il mondo delle Fiere andava riformato:

    - i Quartieri Fieristici avrebbero dovuto consultarci prima di impostare i calendari delle manifestazioni.
    - i giorni di lavoro a disposizione per montaggi e smontaggi dovevano essere aumentati.
    - serviva un’ uniformità di regole tecniche di allestimento tra le diverse fiere, perché uno stand creato per Milano potesse essere montato anche a Bari, senza aver bisogno di modifiche.
    - i Quartieri Fieristici dovevano cominciare a considerare gli espositori come clienti, non come utenti, con le relative conseguenze.
    - le regole per la prevenzione degli infortuni ed i regolamenti per gli impianti elettrici etc. avrebbero dovuto essere uguali in tutti i Quartieri Fieristici.
    - … in conclusione si voleva trovare con i Quartieri fieristici un “modus vivendi” accettabile per entrambe le parti.

Nel 1975, per iniziativa di quelle che allora era l’Azienda più importante, la IPI SYSTEM, si tenne una riunione presso la Fiera di Milano, con la partecipazione di una ventina di Aziende, le quali decisero di fondare un’Associazione che ne tutelasse gli interessi. Incaricarono le seguenti persone di recarsi dal Notaio per formalizzare la nascita dell’Associazione che si sarebbe chiamata “Associazione Allestitori”, abbreviata in ASAL: · Alvaro di Bernardino – IPI SYSTEM (Presidente) · Carlo Leupold – OCTANORM ITALIA · Paolo Plotini – PLOTINI ALLESTIMENTI srl · Luigi Rossi – LA MILANESE · Paolo Vaj – WAY Spa Nel 1982 nasce il problema della prevenzione incendi, fino ad allora mai sollevato: a Todi, in un palazzo del 1500, viene inaugurata un’ esposizione di mobili antichi, dove un malaugurato incendio causa 36 morti. L’ esposizione era chiamata “Fiera dell’ Antiquariato” e la polemica nata dalla tragedia porta l’ opinione pubblica a non distinguere le differenze tra un quartiere fieristico, appositamente costruito a norma, ed un palazzo storico destinato ad altri usi, premendo quindi per leggi draconiane da applicarsi a tutte le Fiere.Secondo la legge italiana la responsabilità dell’ agibilità di un’ esposizione ricade sul Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco: in conseguenza l’ interpretazione delle leggi era diversa Provincia per Provincia. L’ ASAL perse oltre venti anni a discutere con i Vigili del Fuoco sulla presunta pericolosità dei diversi materiali utilizzabili, suddivisi in classi 0-1-2-3 etc, che tra loro hanno sempre avuto abissali differenze in termini di utilizzo ed anche di costo. Arrivammo persino a realizzare ed allestire un padiglione provvisorio, che i Vigili del Fuoco bruciarono per testare direttamente la pericolosità dei diversi materiali. Dopo tutti questi anni di duro confronto, siamo riusciti ad ottenere la conferma ufficiale dei Vigili del Fuoco che gli stand fieristici sono classificabili come scenografie, alla pari degli allestimenti teatrali, e pertanto è permesso l’ utilizzo di materiali in classe 0-1 e 2..

Come è cambiato il mercato degli Allestimenti.
Si può affermare che è cambiato quasi tutto… Le leggi hanno modificato la metodologia di preparazione degli impianti e di prevenzione degli incendi, ma soprattutto è cambiato il rapporto con il cliente: se prima gli stand venivano costruiti e venduti, ora vengono perlopiù noleggiati, con notevoli conseguenze nell’ organizzazione di un’azienda di allestimenti. Da qui la nascita dei sistemi modulari in alluminio, che meglio si adattano al noleggio rispetto ai tradizionali sistemi costruttivi in legno. Con il noleggio e l’ utilizzo di sistemi modulari nascono le Aziende che commerciano in allestimenti, dove i progettisti di engineering sono sostituiti da progettisti veri e propri e gli stabilimenti sono sostituiti da magazzini, mentre i “pezzi speciali” vengono commissionati a terzi. Il mercato è così cambiato che oggi la maggioranza degli allestitori non ha un’ officina propria mentre molti artigiani falegnami, a causa della fortissima concorrenza della grande distribuzione commerciale, dal loro tradizionale settore dell’ arredamento si sono indirizzati a quello dell’ allestimento. Il numero delle aziende allestitrici è cresciuto di circa 8/10 volte dal 1975, ma purtroppo la domanda del mercato non ha avuto lo stesso incremento: tanto che c’ è oggi un forte squilibrio tra la domanda e l’ offerta.

Come state vivendo questi anni di crisi?
Nel 2009 le nostre Aziende hanno ricevuto una vera e propria mazzata perdendo all’incirca mediamente il 40% del fatturato e da allora possiamo dire che non ci siamo mai veramente ripresi. Siamo ovviamente molto preoccupati,la domanda è in continua discesa sia in qualità che in quantità. I Saloni di Milano sono una delle pochissime eccezioni . Speriamo che la ripresa generale dell’economia arrivi presto, speriamo anche che l’EXPO 2015 cominci a far sentire i suoi effetti.