Fondazione Franco Albini

La Fondazione Franco Albini nasce a trent’anni dalla morte dell’architetto di cui porta il nome, di un “artigiano” (come preferiva essere chiamato), che molti hanno indagato ma che nessuno è ancora riuscito ad afferrare nella sua totalità.
A seguito del riconoscimento del valore della sua opera, vincolata dallo Stato Italiano come Patrimonio storico nazionale, si è costituita nel 2007 un’istituzione volta a valorizzare l’opera del maestro milanese, a conservare, tutelare, rendere accessibile e comprensibile al pubblico l’archivio di Franco Albini.
Quest’ultimo, depositato presso lo studio Albini in via Telesio 13 a Milano, copre tutta l’attività professionale di Franco Albini dagli esordi negli anni Trenta fino alla collaborazione con Franca Helg, Antonio Piva e Marco Albini.
La Fondazione si occupa di:
- effettuare ricerche;
- promuovere pubblicazioni;
- realizzare mostre che indaghino i vari campi d’azione di Franco Albini (dal design, all’arredamento di interni, dagli allestimenti, ai musei, fino alle architetture pubbliche e private) ed i suoi rapporti con altri esponenti della sua epoca;
- stimolare riflessioni sull’architettura, attraverso l’organizzazione di convegni;
- promuovere eventi e seminari che coinvolgano il territorio e stimolino la sua conoscenza da parte dei cittadini;
- sperimentare linguaggi differenti che coniughino l’ausilio della più avanzata tecnologia da una parte, e un linguaggio “tradizionale” come quello teatrale dall’altra;
- realizzare video documentari per una più ampia comprensione dell’opera architettonica, inserita nel suo contesto storico.
Avvalendosi della collaborazione di Accenture, la Fondazione ha potuto realizzare un Museo Virtuale sugli allestimenti di Albini, con il fine di rendere fruibili opere di cui non possediamo che testimonianze cartacee, proprio a causa della loro natura temporanea.
Al suo interno conserva alcuni tra i più famosi pezzi di design, quali: la radio in cristallo (presentata al concorso “Wohnbedarf”nel 1940), il Televisore Orion Brionvega (1961-62) , la lampada Mitragliera (1938), la poltroncina Luisa (premio Compasso d’oro 1955), la sedia in vimini Margherita (1951-52), la poltrona Tre Pezzi (1959), la poltrona Fiorenza seconda versione (1956), il tavolo Cicognino (1953), la libreria a montanti ed altri.
E’ più dalle nostre opere che diffondiamo delle idee che non attraverso noi stessi” sosteneva Albini.
E sono proprio le sue opere che ci parlano di lui, della filosofia sottostante il suo lavoro; di una tensione sociale forte, espressa senza ridondanze, perseguendo la cura ossessiva del dettaglio ed il costante perfezionamento di un’idea capace di coniugare la razionalità con la fantasia, dando vita ad un mondo poetico e funzionale al tempo stesso.
Albini parlava poco e non scriveva quasi per niente, ma è riuscito a comunicarci “valori” attraverso un linguaggio fatto di atti concreti, capaci di segnare la storia dell’architettura italiana ed internazionale.
E’ il patrimonio da cui partire per divulgare un pezzo della nostra memoria storica.

Presidente: Marco Albini
Vice Presidente: Paola Albini